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Visualizzazione dei post da maggio, 2022

I MIEI LIBRI

Cosa non ha detto TAFTI - Gli schermi

 “Quando si visualizzano le diapositive, da quale punto di vista bisogna vedere la realtà desiderata: dai propri occhi? O bisogna vedere SE STESSI DALL’ESTERNO?” Ecco un esercizio semplicissimo da fare. Quando è in camera sua, chiuda gli occhi e s’immagini di trovarsi in cucina. Lei conosce bene la sua casa, quindi non le sarà difficile immaginarsela. Però faccia attenzione a come immagina: nei pensieri lei dovrebbe creare una copia della realtà virtuale dove lei si trova in cucina, dentro la cucina, all’interno di quella realtà. La stessa cosa dovrà fare con l’illuminazione del fotogramma. Lei non deve guardare il fotogramma dall’esterno, ma trovarsi in esso. “Ho una gran confusione in testa. Se io osservo me stessa, come posso essere al 100% nella diapositiva se sono io stessa a proiettare/vivere la diapositiva? Una certa parte di me dovrà infatti osservare, giusto? Oppure bisogna prima alienarsi totalmente nella diapositiva, percependo sensazioni, odori etc. cioè immergendosi al 100

Cosa non ha detto TAFTI - attivazione della treccina

  “Durante l’attivazione della treccina all’inizio mi riusciva tutto bene e con facilità e ottenevo risultati positivi. Ma poi è successa una cosa strana: attivando la treccina ho cominciato ad avere una sensazione nuova, come se la sua punta fosse fissata alla schiena con una sorta di graffetta o fermaglio. All’inizio non ci ho fatto caso e ho pensato che fosse la conseguenza della mia inesperienza. Ma in seguito questa sensazione si è ripetuta e la cosa ha cominciato a mettermi in tensione. Per un po’ di tempo ho interrotto i miei esercizi. Può succedere una cosa del genere?”  Si è prodotto un blocco psicologico. Lei si è forse fatta spaventare dalle sue stesse possibilità. Non esiste alcun fermaglio. Lei non deve pensare a dove comincia e a dove finisce la treccia e neanche a come funziona in generale. Cerchi solo di prestare attenzione alla sensazione della treccina, e sia pure che in lei essa sia “fissata alla schiena”, non ha importanza. Importa solo la sensazione in generale, an

Vadim Zeland - L’inizio della trasformazione (SCARDINARE IL SISTEMA TECNOGENO)

  E adesso una domanda: come dare al proprio strato la configurazione desiderata? È molto semplice. Prendete un foglietto di carta e scrivete le vostre forme-pensiero, ovvero un ritratto sintetico del mondo che vi circonda e del vostro posto in esso, un testo di poche frasi che descriva come vi piacerebbe vedere tutto ciò. Ad esempio: «Mi prendo cura del mio mondo e il mio mondo si prende cura di me. Il mio mondo si prenderà sempre cura di tutto e sistemerà ogni cosa. Non ho motivo di preoccuparmi. Mi sta andando tutto bene. A poco a poco il mio pianetino personale si sta trasformando in un angolo accogliente. Mi riesce tutto. Ho un aspetto meraviglioso, che migliora di giorno in giorno. Sono una personalità molto affascinante, emetto una luce interiore, la gente la percepisce e prova per me simpatia. Ho una salute di ferro, un forte potenziale energetico e un super intelletto. Posso facilmente far fronte a tutti i problemi. E anche la Forza è con me, la Forza mi guida, per questo facc

Capitolo II - TRANSURFING VIVO - OLTRE CONFINI DELLA MATRIX - RISVEGLIATI DALL’INCUBO (Vadim Zeland)

Il fine: un percorso o un punto d’arrivo? «Negli ultimi otto-dieci anni sono alla ricerca della felicità, del successo e della festa della vita. Dopo aver iniziato a leggere i suoi libri, ho trovato quello che stavo cercando e i primi due mesi era tutto meraviglioso, la vita era diventata magnifica, ero diventato profondamente sicuro di poter scegliere una qualsiasi variante. Ho capito il significato dell’unità dell’anima e della ragione e il mio potenziale energetico era al massimo. Grazie ai suoi libri sono passato a un nuovo lavoro. Tuttavia dopo un po’ è successo qualcosa, la festa è finita nonostante io seguissi i suoi consigli continuamente, tanto da averli resi abitudinari. Ora non è più come prima: l’importanza interna ed esterna oscillano continuamente, io cerco di trovarmi sempre in uno stato di consapevolezza ma non riesco in alcun modo a ridurre l’importanza; il timore verso il futuro è aumentato, tutto mi sfugge di mano, non posso fare nulla che valga la pena di fare, sent