I MIEI LIBRI

Vadim Zeland - L’inizio della trasformazione (SCARDINARE IL SISTEMA TECNOGENO)

 

E adesso una domanda: come dare al proprio strato la configurazione desiderata? È molto semplice. Prendete un foglietto di carta e scrivete le vostre forme-pensiero, ovvero un ritratto sintetico del mondo che vi circonda e del vostro posto in esso, un testo di poche frasi che descriva come vi piacerebbe vedere tutto ciò.


Ad esempio: «Mi prendo cura del mio mondo e il mio mondo si prende cura di me. Il mio mondo si prenderà sempre cura di tutto e sistemerà ogni cosa. Non ho motivo di preoccuparmi. Mi sta andando tutto bene. A poco a poco il mio pianetino personale si sta trasformando in un angolo accogliente. Mi riesce tutto. Ho un aspetto meraviglioso, che migliora di giorno in giorno. Sono una personalità molto affascinante, emetto una luce interiore, la gente la percepisce e prova per me simpatia. Ho una salute di ferro, un forte potenziale energetico e un super intelletto. Posso facilmente far fronte a tutti i problemi. E anche la Forza è con me, la Forza mi guida, per questo faccio tutto in modo geniale e brillante».


E così via… potete personalizzare il testo a piacere, concretizzarlo, aggiungerci tutti i particolari che volete, espanderlo con i fini cui ambite e i risultati che volete raggiungere. Così creerete una sorta di file di configurazione, del tipo config.sys, per il “sistema operativo” del vostro mondo.


Scrivere proprio sulla carta, nero su bianco, questo tipo di configurazione del vostro mondo non sarà superfluo, se non altro perché vi aiuterà a sistematizzare e a ordinare i vostri pensieri. Forse non avete mai pensato di sedervi un attimo e riflettere specificatamente su come vi piacerebbe vedere la realtà che vi circonda. Ebbene, fatelo, formulate la vostra visione personale.


“Il file di configurazione” vi servirà per i primi tempi, fintantoché tutti i parametri registrati non si sono stampati in modo chiaro nella vostra mente. Però non appendete il foglietto al muro sotto gli occhi di tutti. Le vostre forme-pensiero sono una questione personale tra voi e il vostro mondo, insieme al quale vi troverete a realizzarli.


Vediamo ora che cosa si dovrà fare dopo. Primo. Ogni volta che guarderete il mondo (cioè guarderete nello specchio), dovrete farlo attraverso il prisma della configurazione che vi siete dati. In altre parole, prima dovete guardare voi stessi e solo dopo nello specchio. Qualsiasi cosa stia succedendo lì dentro, dovrete fissare il raggio della vostra attenzione solo su ciò che vi soddisfa e vi piace, e, al tempo stesso, dovrete sforzarvi di allontanare questo raggio da quei fenomeni che vi irritano o vi disturbano. Che queste interferenze rimangano pure, per il momento, l’importante è che non ve ne occupiate, che voltiate ad esse le spalle. Presto tutti questi residui verranno spazzati via dal vostro pianeta.


In questo stesso modo potete filtrare le persone con cui vi trovate ad avere a che fare. Trattenete la vostra attenzione sulle persone belle e positive, sulle donne e gli uomini che vi interessano di più. Godetevi la loro compagnia, frequentateli, sorridete loro e assicuratevi il piacere e l’emozione della loro compagnia. In quanto alle persone che non vi piacciono, sopportatele educatamente, tenendo gli occhi socchiusi e “dandovi in affitto” [vedi Lo spazio delle varianti, Macro Edizioni, Cesena, 2009; N.d.T.]. Se poi non avete una reale necessità di frequentarle, evitatele, tenetevene lontani, passate oltre, non lasciate indugiare il raggio della vostra attenzione su di loro. A poco a poco il vostro mondo sarà pieno solo di persone per voi gradevoli, e, cosa sorprendente, lo sarà persino in quei luoghi dove difficilmente ci si può aspettare di contare sulla presenza di un pubblico piacevole.


Le cose non sempre andranno lisce o così come si vorrebbe. Di tanto in tanto vi toccherà comunque fare i conti con gli aspetti negativi della realtà. Ma voi continuate lo stesso, in modo tranquillo e metodico, a far passare tutte queste cose attraverso il filtro della vostra configurazione. Comunque sia, ostinatevi ad affermare a voi stessi che il mondo sa meglio di voi come provvedere alla vostra cura e che tutto sta andando nel migliore dei modi, perché il principio del coordinamento dell’intenzione, se viene seguito, funziona immancabilmente.


Secondo. Dichiarate le vostre forme-pensiero in ogni occasione possibile, soprattutto quando ad esse trovate conferma. Dedicate a quest’attività del tempo da ritagliare espressamente, e portatevi sempre dietro le vostre forme-pensiero, fate in modo che siano sempre presenti sullo sfondo, per ripeterle il più spesso, come se fossero una preghiera. In questo modo, in primo luogo imparerete a controllare il corso dei vostri pensieri, e ciò equivale a controllare la realtà. In secondo luogo trasformerete la realtà che vi sta intorno, conformandola all’aspetto che vi serve.


Letteralmente, ciò va inteso nel modo seguente: voi prendete “la pellicola” che vi interessa, la inserite nel vostro proiettore e lì la fate girare in modo sistematico e continuo. Che i pensieri qualche volta partano pure per la tangente, che vi si incuneino pure dei quadri negativi, non importa! Non lottate con questi fenomeni ma occupatevi invece di ritornare ancora e ancora una volta sul vostro scenario prediletto. Risulterà così che un bel giorno vedrete scorrere nella vostra realtà la stessa pellicola che avete fatto girare nel vostro proiettore virtuale.


Non importa nemmeno come pronuncerete le vostre formepensiero, se ad alta voce o mentalmente. Le parole sono secondarie, sono solo uno spostamento d’aria. Hanno valore solo i pensieri, e per giunta solo quelli che vengono trasmessi sistematicamente e costantemente. Se comincerete ad andarvene in giro, dalla mattina alla sera, come una telericevente ambulante a trasmettere uno stesso o alcuni programmi selezionati e fissati, lo strato del vostro mondo progressivamente arriverà ad assumere la configurazione prescelta.


Ribadisco il concetto: le forme-pensiero devono essere trasmesse sistematicamente. Si tratta di un lavoro reale, concreto, non di un vagabondaggio tra le nuvole. Ed è questo l’unico segreto che dovete conoscere, che segreto, poi, proprio non è. Non c’è infatti alcun mistero. Tutta la difficoltà sta nel fatto che il risultato non compare subito e che bisogna avere pazienza e tenacia nell’inviare all’Universo, inflessibilmente, e pur anche alla cieca, come potrà sembrare in un primo momento, la propria, giusta configurazione. E bisognerà farlo nonostante là, per il momento, avvengano cose completamente diverse da quelle desiderate.


Sarà ancora bene tener presente che i pensieri, quelli che vengono proiettati meccanicamente, in modo inconsapevole e sconsiderato, non hanno un gran vigore. L’intenzione esterna viene innescata solo dai pensieri che provengono dal cuore, pronunciati con sentimento, nell’unità di anima e ragione.


Una forza maggiore acquistano le forme-pensiero scritte. Non a caso si dice: «Ciò che è scritto con la penna, non si taglia con l’accetta» [equivalente del nostro verba volant, scripta manent; N.d.T.]. Quando non solo riflettete su qualcosa ma in aggiunta lo dichiarate in forma scritta, l’anima e la ragione vengono attivati e tendono a raggiungere l’unità. Per questo motivo nella vita degli scrittori non di rado trovano realizzazione soggetti, eventi e persone di cui essi scrivono nei loro libri. Posso confermare questo fatto con la mia esperienza personale.


In una lettera, specialmente se composta con sentimento e indirizzata a una persona concreta, è contenuta la forza del pensiero al quadrato. Per questo bisogna tener presente che con i messaggi scritti si deve essere molto cauti. Oggigiorno in internet è facile scontrarsi con situazioni di questo tipo: qualcuno, nel tentativo di sfogare la propria bile, invia a molti o a una persona una sua forma-pensiero oltraggiosa, sprezzante od ostile. Se frequentate gli spazi virtuali, vi sarete accorti che essi ospitano spesso gli interventi di personaggi desiderosi di colpire e umiliare qualcuno, di rovinare l’umore alla gente. Non è detto che si tratti di persone cattive, forse, anzi, al contrario. Spesso sono persone sole e infelici che in forza del loro disagio cercano di autoaffermarsi a spese di qualcun’altro o di estendere le loro proiezioni sugli altri. Sembrerebbe che, se ci si scontra con una situazione che non piace, non ci sia niente di più facile che passare oltre e dirigersi in posti più gradevoli, alla ricerca di quello che possa far stare bene. In ogni caso, se qualcuno ha detto o creato qualcosa, forse è perché serve a qualcun’altro, perché ce n’è un motivo, per non parlare poi del fatto che i lavori degli altri hanno lo stesso diritto di esistenza dei nostri, che noi vezzeggiamo. E invece no. Ci sono persone che non possono passare oltre quello che non aggrada loro, e che devono a tutti i costi “segnare il territorio”, contaminarlo, e solo dopo averlo fatto, soddisfatti di sé, possono proseguire oltre. Guardo queste persone con un sentimento di estatico terrore, come si guardano gli autolesionisti. Questi individui non vengono minimamente sfiorati dal pensiero che i loro attacchi e le loro critiche, indirizzati agli altri, possano tornare loro indietro come un boomerang. Perché, infatti, come potrebbe essere diversamente? In una forma o in un’altra, e probabilmente anche in misura maggiore, tutta la loro ostilità tornerà loro immancabilmente indietro. È come gettare l’immondizia controvento, con la sola differenza che il boomerang non torna indietro subito. Non solo, ma non sempre, quando ritorna, è delle dimensioni che aveva quando era stato inizialmente lanciato.


Non vedendo i legami causa-effetto, le persone non capiscono che pagare, cioè prendersi una bella botta sul naso, tocca comunque, perciò continuano, ignari, a versare spazzatura nel proprio pianeta.


Per contro, è evidente che, dal punto di vista pratico, lanciare un boomerang negativo contro qualcuno è poco conveniente. Perché non lasciare in giro fiori al posto di disseminare schifezze? Perché non inviare al mondo delle parole di solidarietà, partecipazione, gratitudine? Sebbene a volte si abbia una gran voglia di sfogare in qualche modo la propria bile, consiglio vivamente di evitarlo. È meglio non farlo, è meglio passare oltre questo tipo di ostacolo o addirittura riuscire a invertire intenzionalmente il proprio modo di rapportarsi alla situazione, facendola diventare di segno opposto, da meno a più. Per quanto strano sembri, “ri-configurare” il proprio boomerang da negativo a positivo è molto semplice e si può fare in qualsiasi momento: basta svegliarsi, capire la situazione e volerla cambiare. Il messaggio di benevolenza sarà forte quanto lo sarebbe stato quello d’ira, mentre maggiore sarà la soddisfazione che ne otterrà il mittente, sia all’istante dell’invio che in seguito. Perché anche i boomerang di amore e bontà ritornano indietro, eccome!


RIEPILOGO


    Il file di configurazione compie una funzione importante: ordina e chiarisce i pensieri, i desideri e gli scopi.


    Guardate al mondo attraverso il prisma della configurazione che vi siete dati.


    Fissate il raggio dell’attenzione sulle cose che vi soddisfano e vi piacciono, facendolo deviare da ciò che vi suscita irritazione e disturbo.


    Dichiarate le vostre forme-pensiero in ogni momento possibile, specialmente quando trovate conferma di esse.


    La pellicola che gira nel vostro proiettore virtuale è il film che vedrete nella realtà.


    Le forme-pensiero vanno trasmesse sistematicamente.


    Le forme-pensiero scritte acquistano una forza aggiuntiva.


    Il principio del boomerang è il seguente: se non volete vedere nel riflesso ostilità, aggressività, critica, dissenso, non inviate al mondo le immagini corrispondenti.




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