I MIEI LIBRI

Le diapositive degli innamorati (SCARDINARE IL SISTEMA TECNOGENO)

 «Si può inserire una persona concreta nella diapositiva del fine?».


Sistemando lo strato del vostro mondo con i metodi del Transurfing, finirete per materializzare dallo spazio delle varianti tutto quello che avete intenzione di ottenere.


È come se andaste in un negozio e vi portaste a casa le cose che vi servono e che avete comprato in questo negozio. Lo spazio delle varianti contiene veramente tutti i beni che si possono materializzare: case, automobili, yacht, una carriera di successo, eccetera. È un cliché che conserva tutti gli scenari e le decorazioni possibili. Ma esiste qualcosa che lì non si possa trovare? Sì. Lì non c’è il vostro amore e nemmeno il vostro odio, non c’è il benessere interiore e nemmeno l’oppressione, non c’è la gioia e non c’è la tristezza. Capite che cosa non si può trovare lì? Lì non c’è la vostra anima. E sapete qual è la differenza tra le persone reali e i personaggi dello spazio delle varianti, con cui vi incontrate durante il sonno? La differenza sta nel fatto che quei personaggi, a differenza delle persone vere, non hanno né anima né autocoscienza. Sono semplicemente dei modelli, dei manichini, dei programmi pseudo-viventi. Se in un sogno lucido provaste a far loro delle domande del tipo: “Ma voi sapete che io dormo e vi sto sognando?”, non sentireste in risposta nulla di più di una stupida risata, perché essi non sono in grado di comprendere il senso di queste domande. I personaggi dei sogni agiscono in base a uno scenario dato, come gli eroi dei videogame o dei film. Loro si comportano secondo quanto previsto dal copione della pellicola che voi state guardando in un certo momento. Ovviamente, di pellicole con scenari diversi ce n’è una quantità infinita. Per questo il comportamento dei personaggi può cambiare plasticamente, a seconda delle aspettative della ragione, che interviene sia nel ruolo di spettatore che nel ruolo di cine-meccanico (generatore di idee).


La ragione, quando vede un film, con le sue aspettative e le sue idee apporta dei correttivi immediati allo scenario, e per questo la pellicola cinematografica cambia all’istante. Ne risulta che si crea l’illusione che l’uomo non guardi il sogno ma lo viva come una vita reale. Ma si tratta comunque di un’illusione. Tutto quello che avviene lì non è realtà, anche se al contempo esiste in modo reale e oggettivo (analogamente, il cinema è un’illusione, mentre la pellicola inserita nel proiettore è una realtà). Anche i personaggi che sono lì non sono vivi, ma sono dei modelli inanimati.


Cosa succede quando inserite una persona concreta nella vostra diapositiva? Illuminate con il raggio dell’attenzione la pellicola dello spazio delle varianti con il modello della persona che vi interessa. Ma che senso ha? Nello spazio delle varianti non c’è la persona viva. È come se guardaste un film e pensaste di essere in contatto diretto e reale con l’eroe del film. La stessa cosa succede quando si evocano “gli spiriti dei morti”. I partecipanti alle sedute spiritiche credono ingenuamente di entrare in contatto con “i morti”, cioè con persone morte da tempo e ora viventi nell’aldilà. Di fatto, “gli esseri” con cui essi entrano in contatto non sono mai nati e non sono mai morti. Sono gli stessi personaggi dei sogni, calchi, copie, pellicole cinematografiche, che vivevano e vivono archiviati sugli scaffali dello spazio delle varianti. Mentre gli originali, le vere anime dei morti, o si sono già reincarnate in altri corpi fisici, o fluttuano nelle sfere cui solo Dio può accedere.


In linea di principio ci si può proiettare in testa una diapositiva in cui ci si vede insieme alla persona desiderata, innamorati. Anche questo è uno scenario e, di conseguenza, esiste come gli altri nello spazio delle varianti, lo si può teoricamente trasportare dal mondo metafisico a quello fisico, cioè materializzare.


Ma ribadisco: un’altra persona non è un oggetto passivo ma un essere vivo, che realizza attivamente la sua intenzione. Può darsi che qualcosa vi riesca con la diapositiva, ma si tratterà di una soluzione poco efficace, perché una persona viva non sta ferma e impassibile nello spazio delle varianti ma si muove sempre da qualche parte. Mentre siete a visualizzarla nella vostra diapositiva, la persona oggetto del vostro interesse potrebbe trovarsi velocemente un partner più “terrestre”.


Più in generale, esercitare pressioni sulle persone è in contraddizione con i princìpi del Transurfing. Nel negozio potete scegliervi la merce che più vi aggrada, ma se provate a prendere qualcuno per il gomito e a portarlo dove volete voi, cosa succederebbe? Ecco dove sta il problema. Magari a questa persona non servono affatto le sdolcinatezze e le coccole che cercate potenzialmente di imporgli nel vostro film amoroso.


Non so quali meccanismi agiscano, ma probabilmente l’anima della persona, oggetto di una diapositiva sentimentale, sente quest’invasione. E se non dovesse piacerle, la persona può provare una ripugnanza inconscia nei confronti di chi l’ha inserita nella sua diapositiva. È questo ciò che volete? Probabilmente no. Ne consegue che è meglio non sperimentare con la metafisica ed è invece più efficace cercare di costruire un rapporto diretto, magari utilizzando la tecnica del Freiling. I rapporti interpersonali rappresentano il caso in cui bisogna interagire con una persona viva, e non volare tra le nuvole e i sogni. E se per il momento non avete nessuno in vista, utilizzate la diapositiva con un ideale, una personalità astratta. Allora arriverà il momento in cui incontrerete una persona molto vicina ai vostri desideri.


«E se mi immagino una persona felice (dopo una dose di “prelibatezza energetica”), perché in questo caso non ci sarebbe alcuna violazione? Lei ha scritto che una visualizzazione benevola è un regalo a livello mentale. Nel mio caso concreto, l’oggetto del mio interesse è una ragazza. Cerco di immaginare come le dono il mio amore, senza aspettarmi nulla in cambio. Ma se non è consigliabile visualizzare una persona concreta, perché invece si possono fare dei regali energetici? Anche questa è una rappresentazione della persona in una situazione insolita?».


Lei scrive che dona il suo amore! Ma è sicuro che questa ragazza abbia bisogno del suo amore? Forse che nella tecnica del regalo energetico è detto che lei debba portare piacere a una persona? No. Nella tecnica si afferma che bisogna immaginare la persona in una situazione in cui è soddisfatta e sta bene: mentre corre in bicicletta, mentre è seduta con un boccale di birra, mentre sta giocando a calcio eccetera. La sua presenza in questo scenario è assolutamente supeflua. Nel libro si dice anche che bisognerebbe capire quale tipo di regalo fare alla persona, oggetto di interesse. E a questo fine sarebbe opportuno provare, verso la persona, un interesse autentico: in quale situazione può sentirsi a suo agio, che cosa le può mancare? E non si tratta di una diapositiva fine a se stessa, ma di un regalo energetico. La persona così “beneficata” prova piacere a essere vicino a lei perché l’emissione energetica che proviene da lei contiene quello che manca alla persona stessa.


Bisogna leggere i libri con più attenzione. Proprio leggerli, almeno la prima volta, e non ascoltarli. Ascoltandoli si trascura molto. E occorre leggere proprio il libro, non il testo elettronico. Il libro è una sostanza viva.


Quando comunicate col libro direttamente, il libro vi aiuta. È un fatto verificato.


«In che modo operare nel caso in cui il fine è rappresentato da una persona, un potenziale partner sentimentale? È un mio fine trovare una persona che soddisfi pienamente le mie esigenze di amore corrisposto. Non faccio fatica a visualizzare al punto giusto l’immagine del mio fine, ma la mia visualizzazione si protrae da tempo senza evidenti segni o indizi che possano indicare qualche cambiamento di situazione. A dire la verità, vivo della visualizzazione della mia diapositiva del fine già da più di una decina di anni».


Le cause di questo posso essere due. Prima causa: una visualizzazione a vuoto. La diapositiva deve reggersi sulla “pellicola” dell’intenzione. Lei dovrebbe non solo immaginarsi nei pensieri le scene della realizzazione dei desideri, ma proprio aver intenzione di ottenere il risultato, e, ovviamente, muoversi in direzione del fine. Seconda causa: lei passa oltre le porte che si stanno aprendo, come se i suoi occhi e le sue orecchie fossero chiusi.


Se, in qualche misura, si producono queste due cause, la situazione assomiglia alla scena seguente: mi sono addentrato nel bosco per andare a funghi. Ho vagato per il bosco e mi sono immaginato di averne raccolto un cesto pieno, di averli cucinati e mangiati. La diapositiva è ideale, sotto tutti i punti di vista. Manca solo una cosa: tutti i miei pensieri e le mie azioni sono occupati solo dalla visualizzazione: sogno, guardando le cime degli alberi, senza nemmeno fare attenzione a dove cammino. Magari ho anche lasciato il cestino a casa, o addirittura “ho raccolto i funghi” standomene disteso sul divano. I funghi da soli non saltano sul divano, bisogna comunque andare nel bosco a raccoglierli.


«Non riesco in alcun modo ad accettarmi. Ad accettarmi e ad amarmi. Per far ciò mi pongo sempre delle condizioni; per esempio, mi dico: se fossi bella, allora sì che mi amerei, eccetera eccetera… Nel profondo dell’anima mi rendo conto che si tratta di assurde convenzionalità. D’altra parte, ho dei seri difetti fisici: una cicatrice sulle labbra, un naso irregolare… a parte questo sono una ragazza carina, però questi difetti rovinano tutto. Ovvero, non i difetti di per sé, ma il mio modo di rapportarmi ad essi. Quando ero piccola, ero sicura che, a causa del mio aspetto, sarei rimasta sola. Invece a 20 anni mi sono sposata e ho avuto una bambina. Ma nonostante questo ho sempre sentito di star facendo qualcosa di sbagliato. Mio marito era una brava persona, buono, premuroso, affezionato a me e a nostra figlia. Pensavo di amarlo. Però… per quanto ricordo, durante tutti gli anni di matrimonio mi sentivo infelice. Piangevo sempre senza motivo. Non potevo spiegare le cause delle mie lacrime, sentivo solo che la mia anima piangeva amaramente, come fa un bambino.


Un giorno un amico di famiglia ci ha portato l’audiolibro sul Transurfing. Mi sono interessata subito all’argomento, ho cominciato a proiettarmi la diapositiva del mio fine. E ha funzionato! Ma così come ho fatto io, forse non si doveva fare, perché io mi immaginavo felice, amata e piena di amore, però non verso mio marito, ma verso un’altra persona. Da allora è andato tutto storto. Mio marito ha avvertito qualcosa e se n’è andato. A essere onesti, sono anche contenta che se ne sia andato. Mi sono tolta un peso dall’anima, però… lui è mio marito e so che ancora adesso mi ama e soffre, e non può perdonarmi. Via internet ho conosciuto un uomo. Ci siamo scritti per un po’, poi lui è venuto a trovarmi. Mi è piaciuto molto, mi ha veramente colpito. Ma lui forse non provava nulla di simile e, insomma, non ne è venuto fuori niente. Quando è partito, mi ha detto che avremmo potuto continuare a scriverci, ma non l’ha fatto. Evita i contatti con me. Una volta che mi ha risposto, mi ha detto che potevamo scriverci ma sarebbe stato meglio farlo dopo, sarebbe stato meglio aspettare. Ma quanto aspettare? Non voglio perdere quest’uomo, voglio che ritorni da me. Tanto più che non mi ha detto apertamente “no”. Ecco, ora, come diapositiva del fine, immagino lui e me stessa come coppia ideale. Si può fare così?».


Bisogna assimilare bene una semplice verità. In primo luogo: se la sua metà se n’è andata via, significa che non è la sua metà. Ci pensi un po’: forse che la sua metà può lasciarla? È un’assurdità.


Ma le persone, purtroppo per loro, di solito non comprendono questa semplice verità.


Secondo: se una persona se n’è andata, non si può farla tornare indietro. Chi pensa diversamente si sbaglia di grosso. E anche qui la situazione è semplice. Non c’è alcun “orto psicologico” da recintare. Se anche a volte qualcuno riesce a far tornare la persona amata, non ne viene fuori nulla di buono. Ma questo è già un altro tema su cui torneremo dopo. Di fatto, lei non ha niente da far ritornare, perché non c’è niente che lei abbia perduto. Non ha senso nutrirsi di illusioni e perdere in questo modo insensato il tempo della propria vita. Questo tempo non è poi così tanto. Lei si nutre della speranza che «lui non ha detto “no” apertamente». Ma non tutti possono dire direttamente e apertamente “no”, e non sempre. C’è anche gente che non sa nemmeno dire “no” in generale. Non solo, ma sarebbe bene sapere che, se per una donna la situazione «io non ho detto “sì” e tu non hai detto “no”» indica piuttosto una promettente indeterminazione nei pensieri di lei, per un uomo questa stessa situazione indica un rifiuto inequivocabile. La mentalità maschile, a questo riguardo, è assolutamente inequivocabile, direi addirittura fondata sul principio “nero-bianco”.


Si può visualizzare una persona concreta solo nel caso in cui non ci sia altra possibilità di scelta. Ma a lei non lo consiglio, perché lei non ha incontrato la sua metà. Quando incontrerà il suo uomo, non avrà bisogno di lottare per conquistarlo: lui verrà da solo ai suoi piedi. Mentre invece, con la persona che lei ha in mente, con tutta probabilità avrebbe solo sofferenze. Quindi non c’è motivo per soffrire ora. Utilizzi la tecnica dell’amalgama e della coordinazione dell’intenzione.


Quanto ai difetti fisici, sono una sciocchezza! Al contrario, difetti simili, che esulano dagli standard estetici, aumentano solo l’interesse. Lei crede che gli uomini cadano ai piedi solo delle donne con l’aspetto da bambole? Scemenze. Da questo punto di vista lei può stare tranquilla e accettarsi come un neonato, così com’è. E allora le persone che la circondano la accetteranno di conseguenza, automaticamente. Il mondo circostante è solo uno specchio.


«Forse lei ha ragione. Ma come devo intendere “avrebbe con lui solo delle sofferenze?”. Lei vuol dire che, se riuscirò in qualche modo ad attrarlo di nuovo nella mia vita, non sarò comunque felice con lui?».


Il fatto è che se la porta è quella Sua, essa la accoglierà con piacere, tutto andrà per il verso giusto e senza intralcio. Se invece fin dall’inizio c’è qualcosa che non va, oppure la porta, che all’inizio si era aperta, si richiude bruscamente davanti al naso, significa che la porta era di altri. In porte di questo tipo ci si può anche insinuare, ma di solito non ne viene fuori niente di buono. Per questo credo che lei non abbia assolutamente nulla di cui rammaricarsi.


La stessa cosa vale per la sua metà. Finora non le è riuscito di incontrare la Sua. È un problema che ha la maggior parte della gente. Non è la sola in una situazione del genere. Trovare il Proprio fine e la Propria metà sono i due compiti più difficili che ci si trova ad affrontare nella vita. Tutto il resto è banale in confronto. È proprio dell’anima innamorarsi e appassionarsi, e spesso le sembra di aver trovato “il suo”. Ma poi emerge che si trattava di una passione passeggera. Non bisogna scoraggiarsi, ma continuare a cercare. Se l’intenzione c’è, tutto andrà bene.


«Evidentemente, visualizzare una persona è come invadere la sua realtà, il suo mondo interiore, è così? Però vorrei lo stesso sapere quali sono le conseguenze nel caso in cui continuassi a rappresentare l’uomo che desidero nella mia diapositiva del fine… Cosa può succedere? Devo sapere a cosa vado incontro e capire se devo ritenermi responsabile di questo».


Non porta a nulla di grave e lei non dovrà sentirsi responsabile di nulla, se solo non si farà prendere dal senso di colpa. La responsabilità morale grava sulle spalle di coloro che hanno deciso di ricorrere ai servizi dei maghi allo scopo di stregare e incatenare a sé qualcuno. Sono tecniche sporche. Una persona normale non ha accesso diretto alla coscienza di un’altra persona. I pendoli, invece, ce l’hanno. Un mago si assicura l’accesso attraverso la mediazione di un pendolo. Se il fine viene raggiunto, il committente ottiene “un amore-zombie”. Ovviamente, questo tipo artificiale di felicità prima o poi si tramuta in disgrazia.


L’unica cosa che si può ottenere con una diapositiva è di attirare una persona nello strato del proprio mondo. Può darsi che si producano situazioni più frequenti di incontro e quindi è possibile che si offra un’occasione di contatto diretto. Ma “far innamorare” di sé una determinata persona con l’aiuto di una diapositiva non le riuscirà. Mentre invece è molto probabile che si possa ottenere l’effetto opposto, se, come ho già detto, l’anima della persona che lei desidera si accorge di essere visualizzata e se questo non le dovesse piacere. Ed è quasi sicuro che non le piaccia. Provi a immaginare di venire, volgarmente parlando, “posseduta” da qualcuno mentre lei si trova in uno stato di incoscienza. D’altra parte, se proprio ci tiene tanto ad attirare questa persona concreta nella sua vita e non c’è altro modo di farlo, può anche arrischiarsi di visualizzarla. Ma allora lo dovrà fare, come lei forse capirà da sola, in modo sincero e con grande tatto. Cioè senza osare di permettersi virtualmente quello che non si permetterebbe nella realtà.


RIEPILOGO


    Visualizzare una persona concreta è sconsigliabile perché non è efficace e può produrre l’effetto contrario.


    Visualizzare una persona concreta si può solo nel caso in cui non ci sia altra via di uscita.


    L’unica cosa che si può ottenere, visualizzando una determinata persona nella propria diapositiva, è di attrarre questa persona nello strato del proprio mondo.


    Bisogna non solo rappresentarsi nei pensieri le scene relative alla realizzazione dei propri desideri, ma anche avere l’intenzione di ottenere il risultato desiderato, e inoltre muovere i piedi in direzione del fine.



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