I MIEI LIBRI

Cosa non ha detto TAFTI - La Treccina

 

“La pratica della sacerdotessa descritta nel libro La Sacerdotessa Itfat, ovvero il movimento di spinta delle braccia fino a raggiungere il livello delle spalle e la manipolazione con la levetta-motore e il pensiero posteriore funziona solo nella metarealtà o si può adottare anche nella nostra realtà?” 

Certo, tutto questo funziona anche nella nostra realtà, solo che nella metarealtà viene realizzato all’istante mentre nella realtà gli effetti si producono con un certo ritardo, a seconda della complessità del fine che ci si è posti. 


“Che tipo di azione magica compie Itfat per soddisfare i suoi desideri, chinandosi, raddrizzandosi e poi alzando le braccia all’altezza delle spalle? È una nuova tecnica o un amplificatore di intenzione? ” 

Si tratta di uno dei metodi per attivare la treccina. Cerchi di fare lo stesso movimento: all’inizio bisogna curvarsi leggermente e poi, espirando, raddrizzarsi rapidamente, al contempo piegando le braccia ai gomiti fino alle spalle. Presti attenzione se in questo modo sente delle sensazioni dietro le scapole. “Non riesco a cogliere la sensazione della treccina a distanza dalla schiena. Quando immagino la treccina secondo la descrizione del libro, provo una leggera sensazione di fastidio tra le scapole, ma non a distanza. È la stessa sensazione che si prova quando la schiena fa male dopo una giornata di lavoro, anche se sento il fastidio proprio tra le scapole. Forse è giusto così? ” 

Non è obbligatorio sentire la treccina a distanza. Se lei percepisce una certa sensazione dietro la schiena o direttamente sulla schiena e ciò si ripete ogni volta che lavora con la treccina, significa che questa è la sua sensazione personale. La treccina si manifesta in ognuno di noi in modo individuale.

 “Sento la treccina nella parte posteriore del collo. Potrebbe essere così?” 

Le sensazioni dovrebbero essere dietro la schiena a livello delle scapole. Se si avvertono in altre zone si tratta di false sensazioni. “Come ci si dovrebbe rappresentare la treccina? In che forma? Si intende treccia di capelli? Me la posso immaginare in questa forma?” 

Non se la deve rappresentare in alcuna forma. La treccina bisogna sentirla, così come viene.

 “Se ho capito bene dai Suoi libri, Lei non pone l’accento sull’interruzione del dialogo (monologo) interiore durante l’esecuzione delle pratiche di Transurfing. Inoltre lei sostiene che non è assolutamente necessario liberare la mente dai pensieri ma è sufficiente selezionare quelli giusti per la realizzazione del fine. Ma se visualizzassimo il fine desiderato, pronunciandolo in un contesto di silenzio interiore, non accelereremmo la sua realizzazione? In questo caso il chiacchiericcio costante della mente non interferirebbe con la forma-pensiero impostata.” 

Non ci si può trovare costantemente in uno stato di silenzio interiore, giusto? E poi, perché dovrebbe essere necessario? La tecnica della treccina consiste proprio nel concentrarsi per alcuni istanti e trattenere nello schermo e/o nei pensieri solo il fotogramma del fine. Con questo tipo di concentrazione, gli altri pensieri vengono scartati automaticamente. 

“Un po’ di tempo dopo aver attivato la treccina, provo una lieve sensazione di prurito tra le scapole.” 

Si tratta di una sensazione concomitante, deve passare. 

“Ho un problema che si protrae da lunga data, quello del benessere materiale. Qual è il modo migliore per utilizzare la treccina e lo specchio nel mio caso?” 

Non si può rispondere brevemente a questa domanda. Io avrei troppe cose da dire e lei ne avrebbe troppe da fare. Lei non crederà mica che i soldi le pioveranno dal cielo, anche usando la treccina? A dire il vero, in certi casi spiccioli, potrebbero cadere davvero, ma per il raggiungimento di una prosperità stabile bisogna lavorare sodo. Lei dovrebbe procurarsi il libro Il Proiettore e lavorare con questo testo. Lì è tutto scritto in modo dettagliato, cosa fare e come. Inoltre, senza smettere di lavorare con Il Proiettore, lei dovrebbe usare la treccina mentre immagina le forme-pensiero e illumina i fotogrammi del suo fine. Dovrà poi usare il principio di impostazione del riflesso per la creazione della realtà virtuale in cui lei si vede come una persona agiata. Come risultato di una pratica così complessa la sua realtà inizierà a cambiare. Le verranno offerte delle opportunità (alcune porte si apriranno). Il suo compito sarà dunque quello di osservare in modo consapevole la realtà in modo che la sua attenzione non trascuri queste opportunità. 

“Qual è il modo migliore per utilizzare la treccina allo scopo di raggiungere fini a lungo termine (casa, appartamento)?” 

Come al solito, bisogna illuminare sistematicamente il fotogramma in cui lei vive nella sua casa. Ma non bisogna lavorare solo con la treccina. Consiglio di utilizzare complessivamente tutte le tecniche di Tafti, così la vita migliorerà in generale e il suo fine potrà essere raggiunto più velocemente. 

“Quando concentro la mia attenzione cosciente sulla zona tra le scapole mi viene voglia di fare un respiro profondo, cosa che faccio, col risultato che poi mi viene la pelle d’oca. Così dovrebbe essere o no? Riesco a sentire la treccina, ma mi immagino che alla sua estremità ci sia una videocamera da cui esce un raggio che proietta un film (i miei pensieri) nel futuro. È così che bisogna usare la treccia? ” 

La pelle d’oca è una sensazione concomitante, passerà. Lei deve concentrarsi solo sulla treccina stessa. Non deve appendere alcuna “videocamera” sulla treccina, è una difficoltà inutile. La sensazione dovrà essere semplice. Cerchi di catturare nel modo più naturale possibile la sensazione che si verrà a produrre dietro le scapole e di fissarla con la pratica, illuminando gli opportuni fotogrammi in modo regolare e sistematico.

 “Non riesco assolutamente a sentire alcunché dietro la schiena. Nessuna sensazione. Non riesco nemmeno a impostare il mio fine per prendere il minibus che mi serve. Cosa posso fare per sentire la treccina”? Lei non la sente perché evidentemente non si è mai impegnata in pratiche energetiche e quindi non sente minimamente il suo potenziale energetico. Lavori con le sensazioni dei flussi di energia ascendente e discendente, così come illustrato nel capitolo 

“La treccina con i flussi”. Lavori con le pratiche energetiche descritte nel capitolo “Il generatore di intenzione” nel libro Apokrifičeskij Transerfing (Il Transurfing Apocrifo) . 

“Ho dei dubbi in merito alla treccina dell’intenzione perché sento, dietro la schiena, non tanto la treccia che ne esce quanto la presenza di un qualcosa che si trova a una breve distanza dalla colonna vertebrale, più o meno a livello della zona tra le scapole. Che si tratti proprio della treccina?”

 Sì, è la treccia. Ed è propriamente la presenza di un qualcosa, che non deve avere necessariamente le sembianze di una treccia così come ce la immaginiamo tradizionalmente.

 “Non riesco a capire dove sia la mia treccina, non la sento.” 

Se lei non ha mai lavorato con il suo potenziale energetico potrebbe non sentire immediatamente la treccina. Si legga il capitolo “La treccina con i flussi” nel libro Tafti la sacerdotessa, così come il brano “Il generatore di intenzione” nel libro Apokrifičeskij Transerfing (Il Transurfing Apocrifo). Lavori con la sua energia come descritto in questi capitoli. “Per sentire la treccina bisogna adattare il proprio subconscio ad essa? È possibile immaginarsi in terza persona, vedersi come “dalla schiena” e visualizzare in questo modo la treccina?” 

Lei intende dire, parlando di sé in terza persona, “(lui/lei) ha una treccina dietro”? No, così non va. Lei è lei, non è un’altra persona. 

Lei deve dire: “Io sono IO e ho una treccina”. 

Il subconscio qui non c’entra nulla. Lei deve catturare una sensazione, non necessariamente quella di una treccia, ma della presenza di un qualcosa dietro le scapole. 

“Non riesco sempre a sentire la treccina. Il momento più difficile è quando sono curvo, o sono seduto, con la schiena appoggiata a una superficie, o sono steso sulla schiena. Mi dica per favore, da cosa potrebbe dipendere? Sembrerebbe che i vestiti non siano un problema per la sensazione della treccina mentre invece lo sia lo schienale. Bisogna concentrarsi sulla treccina sempre stando con la schiena dritta, senza appoggiarsi a superfici o si tratta di mie fantasie personali?”

 Il problema è che lei non ha ancora sviluppato una sensazione stabile della treccina. Gli oggetti o la posizione del corpo non devono influire su questa percezione. Lei deve esercitarsi con la treccia, così come si fa per sviluppare qualsiasi altra abilità. 

“Ci sono informazioni, allusioni, riferimenti alla treccina in altri insegnamenti esoterici? A livello amatoriale da anni leggo libri esoterici ma non ho trovato riferimenti in nessuno di essi, anche se da tempo ho notato che tutti gli insegnamenti in un modo o nell’altro descrivono la stessa realtà, solo con parole diverse e da diversi punti di vista “. 

Non mi sono note fonti che menzionino la treccina. Questo sapere mi è giunto non da fonti, ma così, come per la prima volta arriva un sapere esoterico, attraverso un canale di informazione.

 “È possibile lavorare con la treccia mentre si è sotto stress?” 

No, non si deve. In uno stato di stress bisogna innanzitutto risvegliarsi e osservare se stessi e la situazione. Allora lo stress rientrerà.

 “Sto lavorando con la treccina, ma non riesco a immaginarmi nei dettagli come artista famoso, inventore di un nuovo genere (come nell’affermazione: sono un genio, sono un dannato genio o una cosa del genere). A parole sì, posso, mentre la visualizzazione non mi riesce e per questo si realizzano fini spiccioli e in generale tutto si muove lentamente. Forse, avendo di fatto poca esperienza, voglio troppo subito? ” 

Se la visualizzazione non riesce, si possono usare anche forme-pensiero, anch’esse funzionano. La cosa più importante, per raggiungere il successo in un settore così “gettonato” come la pittura, è possedere uno stile impareggiabile.. Come, del resto, in molte altre sfere d’attività. Lei deve uscire dai ranghi e seguire la sua strada. Fare le cose non così come le fanno gli altri. In che modo esattamente “non così” lo capirà spontaneamente se lei si farà scorrere in testa le forme-pensiero applicate alla treccia (per esempio: sono un genio e faccio tutto in modo brillante, geniale, unico e irripetibile, ecc.) Quando lei si gira in testa forme-pensiero simili, finisce per passare su un genere di film, dove, indipendentemente dalle sue capacità, inizierà a fare il suo lavoro in modo geniale. È una cosa che viene da sé, in automatico. A condizione, ovviamente, che lei stia veramente facendo il suo lavoro, svolgendo la sua missione. E non nel caso in cui, ad esempio, lei voglia diventare una star del palcoscenico senza avere un minimo di orecchio musicale. 

“Attivando la treccia di intenzione permanendo in diversi stati energetici, ho riflettuto se fosse meglio farlo subito dopo il risveglio o immediatamente prima di addormentarmi, oppure in uno stato di stanchezza cioè avendo un potenziale energetico non troppo alto. Ma la treccina non si stanca se viene usata frequentemente? Forse è molto più efficace attivarla un paio di volte al giorno, mentre ci si trova carichi? O lo sfondo energetico non ha una grande importanza?” 

La treccina non si stanca ma tutto va bene quando viene fatto con moderazione. Non bisogna essere troppo zelanti. Certo, funziona meglio quando il potenziale energetico è alto, mentre prima di coricarsi o subito dopo il risveglio sarà poco efficace. 

“Non riesco a sentire la treccina e contemporaneamente rappresentarmi il fotogramma del mio fine”. Bisogna allenare maggiormente la treccia su fotogrammi semplicissimi per fare in modo di sentirla più facilmente e senza mettere in tensione l’ attenzione.

 “Potrebbe spiegare meglio dove comincia la treccina? Ho capito che finisce tra le scapole e si trova a una certa lontananza. Ma da dove prende inizio? Dalla nuca?” 

La posizione e la geometria non hanno importanza. Ciò che conta è solo la sensazione della treccina, così come essa si manifesta in lei. E in ognuno si manifesta in modo individuale. 

“È possibile attivare la treccia più volte durante il giorno per fini diversi? Non sarà esagerato?” 

Si può attivare la treccina per fini diversi ma separatamente e purché ci siano concentrazione e desiderio a sufficienza. La quantità qui non si traduce necessariamente in qualità. Mantenga l’ equilibrio in modo che la cosa resti un piacere e non si trasformi in un peso. 

“Sin da bambina porto i capelli lunghi e ho passato l’infanzia con la treccia. Ricordo che quand’ero piccola avevo fortuna, beh, forse non sempre, ma spesso. Ma non avrei mai pensato che ci fosse qualcosa o qualcuno a farmi avere colpi di fortuna, tutto succedeva in modo semplice e naturale e anch’io davo questi miracoli per scontati! Tra l’altro mia nonna mi diceva sempre, anzi, mi pregava, di non tagliarmi i capelli, diversamente “avrei tagliato via” la mia felicità. Io allora non la prendevo sul serio. Ora che sono diventata una donna matura, questo stato si è come un po’ offuscato … sì, porto ancora i capelli lunghi e nella mia vita va tutto bene, ma sento che voglio andare avanti, evolvermi, migliorare e anche trovare la mia missione recondita, o che sia essa a trovarmi. Potrebbe essere che la mia treccia fisica mi sia servita negli anni come treccia di intenzione esterna? Dopotutto anche Tili7 usava a questo scopo il suo fiocco rosa, se non mi sbaglio. Le persone con i capelli lunghi portati in treccia, possono usarla come treccia per soddisfare i loro desideri? ” 

Forse sì e forse no. Forse qualcuno può venir aiutato dalla propria treccia di capelli per sentire meglio la treccia energica. Nella sua infanzia, probabilmente, così è avvenuto, in modo intuitivo. Tuttavia non è necessario avere una treccia di capelli. Ognuno di noi comunque possiede la treccia di intenzione, intesa come plesso energetico. Tutto dipende dal fatto se essa viene usata e sviluppata oppure no.

 “Finalmente, dopo due mesi di pratica, ho sentito la treccina! Ho seguito i suoi consigli e ho fatto esercizi energetici prima di ogni pratica. Ho provato sensazioni sorprendenti, che si ripetevano di volta in volta e si manifestavano come una sorta di pressione (non dolorosa, ma particolare, una specie di compressione leggera, difficile da descrivere) dietro la scapola sinistra. Sento questa pressione a volte, mentre pronuncio l’amalgama della pratica di Transurfing o mentre faccio scorrere in testa la diapositiva del mio fine. In questi casi bisogna mantenere l’attivazione della treccina o può essere ignorata?” 

La treccina deve essere gestita secondo l’algoritmo: entrare in uno stato di presenza, attivare la sensazione della treccina e, senza rilasciarla, impostare il fotogramma. Infine rilasciare la sensazione. Niente di più. La treccina deve trovarsi sotto il diretto controllo del suo titolare, deve essere il titolare ad attivarla ed essa non può attivarsi da sola, in modo arbitrario, quando vuole. Abitui la sua treccina al controllo. Con la treccina si può anche pronunciare l’amalgama. 

“A volte dimentico di svegliarmi prima di iniziare a manipolare la treccina. In questo caso, ha senso lavorare ulteriormente, o posso svegliarmi, utilizzandola già? ” 

Con la treccina bisogna lavorare così come descritto nell’algoritmo di illuminazione, punto per punto. Diversamente non sarà efficace o la treccina uscirà dal suo controllo.

 “Mi sono sentita nello spazio. Ho guidato i flussi nei mei canali energetici. Ho alzato la treccia, “ho illuminato” la diapositiva e ho cercato di tenerla il più possibile. Ma cosa fare se, durante il momento clou della diapositiva, vengo presa dal panico e comincio a visualizzare una cosa terribile, che non voglio vedere? È possibile annullare in qualche modo tutto ciò tramite numerose ripetizioni dell’illuminazione del fotogramma? Si può fare qualcosa al fine di impedire alla paura di insinuarsi nella diapositiva? Mi riferisco a situazioni come per esempio quando mio figlio sta male e comincio a visualizzarlo mentre sta bene, gioca e andiamo insieme da qualche parte ma poi, ecco, improvvisamente comincio a vedere una scena terribile, e queste immagini indesiderate e brutte si inseriscono nella mia visualizzazione, invadendola, e cominciano a scorrere.” 

Prima di lavorare con la treccia, entri in uno stato di serenità e quiete che le dia la sicurezza di una visualizzazione riuscita. Poi inneschi l’algoritmo di illuminazione del fotogramma ma lo faccia in tempi brevi, per impedire ai pensieri negativi di infilarsi. L’ illuminazione del fotogramma proprio per questo è stata resa breve, per evitare che si insinuino superfluità negative. 

“È utile attivare la treccina durante la lettura? Ha senso scrivere nel diario del Proiettore “La treccina si sta risvegliando e la Metaforza sta crescendo?”. Ho già letto 2/3 del libro. Il continuo turbinio di pensieri, “il mixer mentale”, mette a terra la coscienza mentre leggo e devo continuamente ritornare a rileggere i paragrafi. A volte leggo ma è come se mi passasse tutto oltre. In questi momenti attivo la treccia e la diapositiva “Beneficio!”. Mi accade di concentrarmi di più se leggo da un computer portatile, e non dal telefono. È come se il volume dello schermo avesse una certa influenza. Cerco di spegnere il wi-fi8. Certo, una versione cartacea sarebbe la cosa migliore. Ho acquistato questa versione elettronica nella libreria online Litres. A dire il vero, quando entro in questo stato, il mondo circostante, i colori, i suoni, le sensazioni, tutto diventa diverso, lo colgo con maggior profondità e vivacità. Cioè “Vedo me stesso e vedo la realtà”.

Sì, sarebbe utile sia una cosa che l altra. Se ne è resa conto da sola.

 “Lei, in una delle sue risposte, ha scritto che la treccina non dà un risultato al cento per cento (solo un alto grado di probabilità), soprattutto se sono coinvolti gli interessi di altre persone. Diciamo che il mio fine è aprire un salone di bellezza che abbia successo. Così facendo io interferirei negli interessi di terze persone che lavorano nel settore dei servizi. Ma se poi riscuoto successo e i clienti vengono da me, loro subirebbero delle perdite (esagero) e allora la treccina potrebbe non funzionare considerando che comprometto gli interessi degli altri.” 

Lei non si dovrebbe affatto preoccupare per gli interessi dei suoi concorrenti. L’universo è ricco, i suoi benefici bastano per tutti. Il discorso è che qualcuno s’imposta la sua realtà mentre qualcun altro fa affidamento sulla fortuna. Lei gode di un enorme vantaggio visto che sa di poter impostarsi la realtà che desidera. Quindi lo usi, “senza farsi tormentare dalla coscienza”. 

“Ho iniziato a lavorare con la treccina e i miracoli si sono verificati fin dal mio primo tentativo. Ma ho notato che tutti gli eventi che ho richiesto, anche i più semplici, si realizzano solo se li pianifico con almeno 12 ore di anticipo. Le scrivo mentre mi trovo bloccata nel traffico e già in gran ritardo al lavoro. Ho provato a collegare la treccina per farmi aiutare ma non aiuta. A questo proposito ho una domanda da porle: ci sono delle regole (consigli) su quanto prima andrebbe impostato l’evento desiderato? O è tutto individuale? I mezzi di trasporto che mi servono, per esempio, se me li imposto la sera prima, tutto funziona. Ma oggi ho deciso di impostare mentre ero in strada verso la fermata dell’autobus e non è successo niente. ” 

La treccina funziona istantaneamente nelle situazioni più semplici. Se lei si trova già in una situazione difficile, la transizione alla pellicola desiderata potrebbe non essere in grado di fare in tempo. Gli eventi complessi devono essere impostati in anticipo, almeno 12 ore prima, come lei stessa ha determinato.

 “Ho una domanda: da quando sento la treccina come una sorta di leggera pressione dietro la scapola sinistra durante l’evidenziazione del fotogramma in arrivo, ho iniziato a sentire lo stesso tipo di pressione mentre pronuncio l’amalgama, la diapositiva e a volte anche mentre scrivo la mia dichiarazione e constatazione. È meglio allontanare questa sensazione o, al contrario, collegarvici la treccina, finendo di fatto per combinare due pratiche diverse?” 

Le pratiche possono essere mescolate, ma bisogna agire rigorosamente secondo l’algoritmo: attivare la treccina, impostare la realtà, abbandonare il contatto con la treccina. Diversamente la sua treccina diventerà incontrollabile. 

“Lei ha scritto che si può influire solo sul proprio film, cioè scegliere solo la propria realtà. Ma cosa succede se due persone lottano per lo stesso “premio”? Vincerà chi ha “la treccina” meglio allenata? Nessuno dei due vuole perdere, entrambi impostano una realtà in cui si vedono vincitori. Cosa fare se sai che il tuo concorrente / nemico agisce non solo sul piano fisico, ma anche su quello metafisico? Come sconfiggerlo? Come implementare la variante in cui vinco io e non il mio nemico?”

È molto improbabile che il suo concorrente possieda la stessa tecnica di Tafti che conosce lei. Ci sono poche persone del genere, almeno per ora. Ma se entrambi la possedete, vincerà, come sempre, il più forte, colui che ha un’intenzione più potente e che si impegna a impostare la realtà in anticipo e sistematicamente. 

“Quando attivo la treccina, illumino tre fotogrammi, tre intenzioni, tre fini. Mi ispirano molto, ma dopo aver letto il consiglio che è meglio illuminare un solo fotogramma per non rischiare di disperdersi ora non so cosa fare. Illuminarne uno o continuare con tre? Questo passaggio non rischierebbe di spostarmi verso una nuova realtà?” 

Se lei ha concentrazione sufficiente per tre fotogrammi, ne evidenzi tre. Ma per ottenere un risultato sicuro sarebbe tuttavia meglio illuminarli separatamente, in sessioni diverse di lavoro con la treccina.

 “Ho una domanda: conosco il Transurfing da molto tempo, non ho dubbi sulla sua efficacia, ma periodicamente mi allontano da esso perché non riesco a visualizzare i fotogrammi e ad immergermi fino in fondo in essi con piacere. Per esempio, comincio a pensare che me ne sto sdraiato su una bellissima spiaggia, sulla sabbia bianca, circondato da palme e riscaldato dal sole ed ecco che all’improvviso, da qualche parte dentro di me, salta fuori una forma-pensiero spaventosa, per esempio uno squalo che cerca di attaccarmi o cose del genere. E questo è solo l’esempio più innocuo. Ovviamente poi succede che vengo preso da un forte senso di disagio. Dopo simili esperienza ho paura, in generale, di praticare la visualizzazione.” 

Al fine di evitare che durante la proiezione delle diapositive si insinuino pensieri-parassiti è stato sviluppato un algoritmo rapido per l’illuminazione del fotogramma: bisogna attivare velocemente la treccina, focalizzarsi sul fotogramma e lasciar andare la sensazione. Si richiede solo di fissare per un breve lasso di tempo l’attenzione sul fotogramma o sulla forma-pensiero. 

“Tafti raccomanda di praticare di più, ma c’è un limite? Posso cambiare la sceneggiatura in diverse situazioni ogni volta che voglio? O ci sono restrizioni precise, ad esempio un paio di volte al giorno? La domanda può sembrare sciocca, ma temo di esagerare.” 

Lei non ha letto Tafti con sufficiente attenzione. Non si possono cambiare le sceneggiature. Quando lei imposta la sua realtà, salta su un altro film, dove il copione è un altro. Ma si tratta di cose completamente diverse. L’intenzione deve essere diretta verso il fotogramma del fine e non sul corso degli eventi. Non ci sono limitazioni, ovvero, la limitazione è solo una: che l’impostazione della realtà desiderata sia un processo di suo gradimento, sia per lei un piacere e non un peso. Non bisogna farsi violenza. 

***

 I successi dei lettori

 “All’inizio era difficile seguire l’attenzione ma dopo ho imparato. È una cosa semplicemente fantastica. La cosa che mi riesce meglio è “il gioco dell’agente segreto”. 

Immagino di fare l’agente segreto, un lavoro che richiede di essere sempre consapevoli, attenti a non tradirsi e in costante osservazione della situazione. Parallelamente, quando ho tempo e possibilità, imposto la mia realtà con l’aiuto della treccina. Sentire la treccina pone delle difficoltà ma mi rendo conto di essere ancora in fase di apprendimento, tanto più che la treccina è atrofizzata e serve del tempo perché si sensibilizzi. Del resto Tafti stessa dice che la sua evoluzione è il risultato di pratiche. Per questo non mi lascio andare, ovvero, non lascio andare la treccina”


 “Era gennaio e dovevo urgentemente vendere la mia vecchia macchina. L’auto effettivamente era molto vecchia, si metteva a malapena in moto. L’avevo riparata in varie parti ma era rimasto ancora molto da cambiare e riparare. E fuori era inverno, si gelava, eravamo pieni di neve, non era certo il momento giusto per vendere la macchina. L’avevo messa in vendita sei mesi prima, ma senza risultato. Insomma, un fine ideale per la prima pratica di Transurfing aggiornato. Ho fatto tutto come illustrato nel libro.  Mi sono risvegliato, mi sono reso consapevole di dove fossi io e dove fosse la realtà.  Ho cercato di sentire la treccina e, mantenendomi in contatto con essa, ho impostato la mia realtà:

 “La mia macchina si vende facilmente, troverò la persona adatta che avrà bisogno proprio di un’automobile come la mia. Questa persona, in un’ora comoda per entrambi, verrà da me, guarderà la macchina e passeremo al disbrigo delle formalità”.  Oltre ad impostare la realtà ho cominciato ad immaginarmi di aver già venduto la macchina: mi sono rallegrato per essere riuscito a venderla, mi sono rallegrato per il fatto che ora, davanti a casa, si era liberato tanto spazio e mi sono rallegrato per i soldi ricavati dalla vendita. L’ho fatto varie volte al giorno, ogni giorno. E, ovviamente, mi sono preoccupato di pubblicare il mio annuncio su internet. Una settimana dopo sono arrivate le prime chiamate e i primi accordi per vedere la macchina. Quattro mesi prima nessuno mi telefonava, mentre ora la gente mi chiamava e veniva a vedere. Alcuni si erano dimostrati concretamente interessati a comprare ma per motivi imprecisi l’affare saltava. Io però non mi disperavo. Mi dicevo che non erano loro “le mie porte”, e continuavo le mie trasmissioni mentali. Dopo qualche giorno ancora mi ha telefonato un ragazzo con cui già mi ero incontrato ma che mi aveva detto che ci avrebbe pensato. Ebbene, questa volta disse che era pronto a comprare la mia auto. Ci siamo messi d’accordo subito e tutto è filato liscio come l’olio, senza alcun ostacolo. Persino la macchina ha dimostrato di apprezzare il nuovo proprietario e si è messa in moto in un secondo, nonostante fuori gelasse. L’affare era andato in porto proprio come volevo. Ora lavoro sull’impostazione della realtà dei miei sogni e so che non c’è nulla di impossibile.” 


“Svolgo continuamente la pratica con la treccina. Mi riesce particolarmente bene mentre faccio la doccia, sembra che l’acqua favorisca la concentrazione e aiuti ad arrestare il turbinio mentale. Ho iniziato ad esercitarmi con la treccina pensando al fine che allora ritenevo più importante: diventare mamma. Da subito ho cominciato a visualizzare la realtà desiderata e a vedermi mentre tengo il mio bimbo tra le braccia, sento il mio amore per lui, mi compiaccio di quanto sia bello e in salute. Ebbene, un mese dopo aver iniziato il lavoro con la treccina ho saputo di essere incinta! Che meraviglia! E in così breve tempo!” 


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