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VADIM ZELAND - TAFTI LA SACERDOTESSA - Due schermi (Cap. 2)



Due schermi
Ebbene, miei cari, ci eravamo fermati su tre postulati:
◊ Sia nel sonno, sia nella realtà che si vede ad occhi aperti, voi
dormite.
◊ Sia il sogno che la realtà sono il movimento di un fotogramma.
◊ Il movimento del fotogramma si può gestire, ma voi non lo
fate.


Voi non gestite né i vostri stupidi sogni, né la vostra miserabile
vita in primo luogo perché siete addormentati, e in secondo
luogo perché non sapete che ciò è possibile.
Iniziamo dalla cosa più semplice: cos’è il sonno. Vi ricordate che
vi avevo detto che quando siete stati messi al mondo non vi
hanno corredato del manuale d’uso di voi stessi? Ebbene, voi
avete due schermi, uno interno e l’altro esterno. E in più avete
l’attenzione. Essa è sempre o dentro o fuori, e molto raramente è
nel centro. Ecco perché dormite sempre.
Quando sprofondate nelle vostre riflessioni, la vostra attenzione
è completamente immersa nello schermo interno. Potete non
notare ciò che sta accadendo intorno a voi e agire in modo
macchinale. E al contrario, quando la vostra attenzione è
occupata da qualcosa di esterno, vi dimenticate di voi stessi e di
nuovo potete agire in modo incontrollabile.
Proprio questo è il sonno, uno stato incontrollabile in cui la
vostra attenzione è immersa o nello schermo esterno o in quello
interno. Permanendo in questo stato siete indifesi e incapaci di
gestire voi stessi e ciò che vi sta accadendo.
In questo senso, sonno e sogno non sono la stessa cosa. Il
sonno è una condizione di anabiosi in cui vi trovate. Il sogno è
ciò che sognate, o nello spazio dei sogni o nello spazio reale.
La realtà e il sogno invece in sostanza sono la stessa cosa.
Anche la realtà si sogna. La realtà è un sogno, e il sogno è una
realtà. Perché, lo capirete presto.
E adesso passiamo alle istruzioni. Per svegliarsi nel sonno o
nella realtà bisogna distogliere l’attenzione dallo schermo esterno
o interno e spostarla al centro della coscienza.
Potete farlo facilmente. Fate schioccare le dita vicino al naso.
Allora, dove eravate un secondo fa? Eravate con la testa tra le
nuvole, lontano, nella vostra immaginazione, o forse eravate
persi nell’ammirazione della mia meravigliosa persona? E allora?
Dov’era incollata la vostra attenzione? A quale schermo? E
adesso dov’è?
Trovate il punto mediano tra gli schermi. Da questo punto
potrete osservare al contempo sia i vostri pensieri, sia ciò che vi
sta accadendo. Potrete vedere la realtà che vi circonda e voi
stessi in questa realtà. Nulla vi impedisce di guardare entrambi
gli schermi contemporaneamente. È una cosa che siete
perfettamente in grado di fare.
È solo che nessuno vi ha mai detto che è possibile, del resto voi
stessi non avete mai riflettuto sul motivo per cui ne avreste
bisogno. Gli adulti vi hanno dato degli ordini: guarda qui,
ascoltami bene, fai quello che ti dico! E in questo modo vi hanno
addestrato a fissare l’attenzione sullo schermo esterno.

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